Museo
nembrini

Sede della collezione nembrini e project room per spazi interattivi

Visita la collezione nembrini
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Un universo parallelo in cui l’immaginazione incontra la tecnologia e la creatività non conosce limiti: il metaverso, una realtà che sta rapidamente diventando sempre più concreta. Descritto come uno spazio virtuale immersivo, il metaverso offre un'esperienza di connessione e di collaborazione senza precedenti, un mondo in cui esplorare possibilità infinite e inimmaginabili nel quotidiano. In questi ambienti iperrealistici anche l'arte sta diventando sempre più presente, dando vita a nuove dimensioni dove è possibile contemplarne la bellezza. Sono stati il fascino ed il brivido di queste nuove esperienze a condurre il visionario collezionista Enzo Nembrini verso la scelta di realizzare il NEMBRINI VR MUSEUM. Si tratta di un progetto a cura di Rischa Paterlini, nato in occasione di Brescia e Bergamo capitale della Cultura 2023, che si configura nella categoria “La città dei tesori nascosti.” Il soggetto promotore è Ecoedile, impresa di costruzioni bergamasca che contiene in sé la collezione Nembrini di arte contemporanea, e il progetto Officina32.

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Sede della collezione nembrini e project room per spazi interattivi

Mediante lo sviluppo di una realtà aumentata di Oculus, in collaborazione con il fondatore di Artshell Bernabò Visconti, sarà possibile fare esperienza di una mostra che vede protagonisti i lavori in collezione. “Abbiamo intuito la necessità di creare il primo museo d’arte nel metaverso. Ciò significa rispondere ad una sfida che prevede da un lato, la realizzazione di uno spazio senza limiti, svincolato dalla realtà, e dall’altro la difficoltà delle limitazioni hardware” spiega Bernabò Visconti. L’indagine minuziosadel progetto ha trovato una risposta alla domanda “Come compensare tali limiti?” nell’uso sapiente della creatività architettonica dello studio Meta, il cui risultato sono stati spazi fluttuanti in grado di vincere la gravità e i limiti fisici. “Si tratta di un progetto in cui la parte razionale legata alle regole dello spazio si sposa perfettamente con quella emozionale di chi vuole usufruirne” affermano Caterina Marazzi e Luca Miserocchi, fondatori dello studio. In questo contesto, la collezione privata viene intesa come un “tesoro nascosto” e la tecnologia diventa lo strumento adatto per scoprirla. Pur partendo dall’idea di immergere lo spettatore in una dimensione che non possa essere paragonabile a ciò che ha già vissuto in precedenza, gli architetti hanno ritenuto necessario confrontarsi con il bisogno della mente umana di afferrare un gancio mediamente realistico. Dal punto di vista progettuale, difatti, gli input sono stati tradotti nella ricerca di riferimenti architettonici o paesaggistici realmente esistenti: “L’importante era non esagerare, al fine di rendere questa esperienza satura. In fin dei conti, lo spazio espositivo ha un obiettivo ben preciso: osservare la collezione”. I riferimenti sembravano essere già insiti nella mente di Caterina Marazzi e Luca Miserocchi, che per introdurre nello spazio hanno optato per una vista dall’alto, trasformando il visitatore in un drone che a poco a poco scopre l’intera esposizione, in un percorso senza regole prestabilite.

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Per questo ambiente disorientante, l’ispirazione deriva dall’esperienza vissuta all’interno di una leggendaria cava sull’isola di Minorca, un ambiente poetico e suggestivo, e dal momento in cui il metaverso concede la possibilità di avere il controllo sul paesaggio, hanno sfruttato l’occasione per trasferire le opere d’arte all’aria aperta, generando una connessione costante tra arte e natura. In una galleria d’arte, poter vedere le opere e guardare il cielo contemporaneamente, rappresenta già di per sé una sensazione entusiasmante. Nella fase trans-pandemica che stiamo attraversando, il NEMBRINI VR MUSEUM simboleggia l’audacia e l’avanguardia di Enzo Nembrini come collezionista ed imprenditore nell’attuare nuove strategie in cui costruire un futuro diverso e auspicabile. Partendo da Brescia e Bergamo capitale della Cultura 2023, il museo digitale oltre che un luogo “meta-fisico” in cui esplorare la collezione Nembrini, sarà sicuramente l’occasione per introdurre nuove interessanti opportunità. La rete consente il superamento delle barriere fisiche, rendendo fruibili le opere e conferendo alla collezione un carattere comunitario. Si ambisce a stimolare la curiosità del pubblico verso l’arte contemporanea e il territorio di Bergamo, aprendosi poi a possibilità sempre più numerose di esposizioni, mostre in sede, convegni e visite guidate della collezione anche per gli studenti di ogni ordine e grado. Il desiderio è quello di creare uno spazio di condivisione dell’arte contemporanea che possa coniugare architettura, design, arti visive e tecnologia, valorizzando il territorio in cui è sito epromuovendo una progettazione culturale vivace in una prospettiva pluralistica.

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