Il progetto ha visto la realizzazione di un impianto da 21 GWh annui sfruttando un salto artificiale di soli 4 m, dove l’energia è stata generata da quattro turbine. Una struttura mobile di sbarramento è costituita da un tubo gonfiabile ad acqua, posato su una piattaforma in cemento armato e rivestito in tessuto gommato, che garantisce la corretta derivazione dell'acqua verso l'opera di presa laterale sulla sponda sinistra. L'opera di presa viene creata scavando un canale artificiale che inizia subito a monte della struttura e si sviluppa parallelamente alla sponda fluviale fino a raggiungere un locale centrale interrato sotto il piano golenale, dove si trovano i gruppi di produzione e le apparecchiature elettromeccaniche. A valle del locale centrale si trova il canale di restituzione dell'acqua in alveo. Le opere di contenimento degli scavi sono costituite da diaframmi in cemento armato tirantati, con una profondità massima di 13,50 m presso il locale centrale. La struttura interna è realizzata in cemento armato. Il tubolare gonfiabile di sbarramento funziona grazie al principio dei vasi comunicanti: è collegato a un pozzettone interrato pieno d'acqua e garantisce la corretta derivazione dell'acqua fino a quando il livello idrico a monte della struttura non raggiunge la quota massima consentita, oltre la quale il tubolare si deprime sotto la pressione dell'acqua che lo sormonta, rendendolo trasparente al flusso e prevenendo i fenomeni alluvionali. Questo sbarramento, lungo quasi 200 m, rappresenta la più grande opera di derivazione mai realizzata con questa tecnologia. Altre opere complementari includono una scala per la risalita dei pesci e una rampa per il passaggio delle canoe. Tra le opere complementari meritano nota la “scala” di risalita per l’ittiofauna e la rampa di passaggio delle canoe.

[fonte https://sertec-engineering.com/engineering-consulting/centrale-idroelettrica-sul-po/]